Letture di approfondimento su temi di analisi e controllo di gestione
Nozioni
base di analisi di bilancio |
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Credo che oggi nessuno piu' si preoccupi di imparare ad effettuare il calcolo degli indici perche' anche il piu' semplice programma di contabilita' effettua i calcoli in automatico e fornisce una lunga serie di risultati. La difficolta' in questo campo non risiede nel calcolo dei diversi rapporti, ma nella scelta degli indicatori e della riclassificazione dei dati. Tanto piu' sceglieremo gli indici "giusti" tanto piu' il loro monitoraggio nel tempo ci dara' effettive informazioni sull'andamento dell'azienda. Stesso discorso vale per la riclassificazione del conto economico, occorre scegliere quella che piu' si addice alle esigenze informative dell'azienda. La scelta dei dati e l'opportuna riclassificazione sono fondamentali perche' da esse dipende la significativita' dei risultati. Ogni posta di bilancio deve essere opportunamente analizzata e inserita nella categoria piu' idonea a rappresentarne la natura. Inoltre i bilanci vanno depurati di tutte quelle poste, che hanno significativita' dal punto di vista della politica fiscale, ma non per la valutazione economica. L'interpretazione degli indici e' un argomento molto vasto e controverso, a volte i giudizi su uno stesso valore di un indice possono essere diametralmente opposti e questo puo' minare la credibilita' di questo metodo di analisi. Di certo fornire una diagnosi dell'Azienda in base ad alcuni indici, anche se ben calcolati, e' un'operazione complessa, tuttavia non del tutto soggettiva, soprattutto se si utilizzano determinate accortezze. In primo luogo il singolo indice va visto insieme a tutti gli altri. Quando siamo chiamati a dare un'interpretazione ci troviamo spesso a dover dare giudizi su un unico indice, in pratica sul tasso di indebitamento, ma come si puo', su un unico valore calcolato in un preciso momento, fornire un giudizio tassativo? E' alto? E' normale? Non ci sentiamo di definire la percentuale di indebitamento "ideale". Occorre, per questo come per gli altri indicatori, un'analisi incrociata che fornira' un quadro globale dell'Azienda. In piu' dipende dalle caratteristiche dell'Azienda stessa. Se l'Impresa sta investendo, se ha necessita' di approvvigionarsi per poter portare avanti la produzione su larga scala, gli indici rispecchieranno questa circostanza e quindi potranno essere "fuori norma", ma non per questo indicare una patologia. In conclusione precisione, cautela e un'attenzione alla visione d'insieme, portano ad analisi sicuramente significative. Di seguito vi indichiamo i principali metodi di riclassificazione e gli indici che comunemente vengono calcolati nel corso di un intervento di "check-up" aziendale. |
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Le riclassificazioni del conto economico e dello stato patrimoniale | |||||||
Tipologie di riclassificazione del Conto economico |
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1. A valore della produzione e valore aggiunto |
Si parte dalla differenza fra Ricavi e Costi della produzione. Il risultato di tale differenza e' detto valore aggiunto ed e' quel margine che dovrebbe coprire, il costo del lavoro, la remunerazione del capitale investito (ammortamento), la remunerazione del capitale di terzi e del capitale di rischio, le imposte. |
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2. A costi fissi e costi variabili |
E' una riclassificazione particolarmente utile per l' elaborazione di conti economici previsionali. I costi vengono divisi fra costi variabili (materie prime, costi di trasformazione, costi di commercializzazione) e costi fissi, distinti a loro volta in costi fissi di trasformazione, di amministrazione, costi commerciali. |
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3. Secondo la struttura "a costo dei prodotti venduti e dei ricavi" |
I costi vengono raggruppati in base alla loro destinazione e allocati nelle aree (es:amministrazione- produzione - commercializzazione - logistica). Per ogni area verra' ulteriormente distinto, il costo del personale, il costo degli ammortamenti, il costo proprio dell'area. Questo tipo di riclassificazione consente di calcolare l'incidenza delle diverse tipologie di costo rispetto al totale e quindi l'efficienza comparata delle diverse aree aziendali. |
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Tipologie di riclassificazione dello Stato patrimoniale |
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1. Analisi degli impieghi | Gli impieghi vengono distinti in capitale fisso, che comprende tutti gli investimenti di natura strumentale e finanziaria con durata superiore all'esercizio e capitale circolante, comprendente investimenti economici e finanziari di durata inferiore all'esercizio. | ||||||
2. Analisi delle fonti | Questa riclassificazione mira a distinguere la componente di capitale proprio rispetto al capitale di terzi. All'interno di essa si distingue altresi' la quota di indebitamento a breve rispetto all'indebitamento a lunga scadenza. Viene fornito dunque un indicatore della solvibilita' e solidita' aziendale. | ||||||
3. Criterio della pertinenza gestionale | Vengono distinte le attivita' e passivita' legate alla gestione corrente rispetto a quelle non legate alla gestione corrente. La differenza fra attivita' e passivita' correnti e' detta Capitale circolante netto. La distinzione fra gestione corrente e non e' particolarmente importante per fini previsionali. | ||||||
Gli indici di bilancio |
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Indicatori di andamento /sviluppo |
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Quantificare la dinamica temporale delle grandezze e' il modo piu' semplice per avvicinarsi all'analisi per indici. Prendendo a riferimento dati mensili, trimestrali, semestrali o annuali si puo' calcolare la variazione percentuale delle VENDITE, del CAPITALE INVESTITO, del CAPITALE NETTO, dell'INDEBITAMENTO TOTALE, del VALORE AGGIUNTO, del REDDITO OPERATIVO, del RISULTATO DI ESERCIZIO. Il risultato non sara' certo esaustivo, ma abitua all'analisi degli scostamenti. L'Azienda deve poter valutare l'effetto delle proprie strategie e questo non puo' prescindere dalla misurazione dei propri miglioramenti, definendo valori "obiettivo" dell'indice e monitorando periodicamente lo scostamento dei valori "effettivi" rispetto a quelli "pianificati" | |||||||
Indicatori di struttura |
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Tali
indicatori servono per indagare se la composizione dell'azienda e'
equilibrata. I principali sono: il capitale circolante netto, il
margine di tesoreria e il margine di struttura. Il capitale circolante netto e' dato dalla differenza fra attivita' a breve termine e le passivita' a breve termine. L'azienda e' in equilibrio quando questa differenza tende a zero perché significa che le attivita' a breve vengono finanziate con fonti anch'esse a breve termine. Il margine di tesoreria e' dato dalla differenza fra disponibilita' a breve e passivita' a breve termine. Anche questo indicatore dovrebbe tendere a zero poiche', nella corretta gestione dell'azienda, sarebbe opportuno mantenere solo il livello di liquidità necessario a fronteggiare i propri debiti a breve. Il margine di struttura e' dato dalla differenza fra capitale netto e immobilizzazioni nette. Quando questo indicatore e' positivo, significa che l'azienda e' in grado di crescere ulteriormente con i propri mezzi. |
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Indici per l'analisi di redditivita' |
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La redditivita'
del capitale netto (Return On Equity) offre un'indicazione della
remunerazione che l'Azienda e' in grado di generare con la propria
attivita' rispetto al capitale investito. E' dato dal rapporto percentuale
fra Reddito netto e Capitale netto.
La redditivita' del capitale investito e' un indice dell'economicita' globale dell'Impresa cioe' della sua capacita' di sfruttare gli investimenti in essere producendo un flusso di reddito proporzionato alle risorse impiegate La redditivita' delle vendite si calcola come rapporto fra Reddito operativo e Ricavi Netti La redditivita' del capitale serve a conoscere il rapporto fra capitale investito rispetto alle vendite conseguite. |
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Indici per l'analisi della struttura finanziaria |
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Il tasso di
indebitamento (leverage) consente di valutare la proporzionalita' fra
mezzi finanziari che comportano un vincolo di remunerazione e mezzi
finanziari la cui remunerazione e' legata alla discrezionalita' dei
titolari dell'Azienda. Si calcola come rapporto fra attivo netto e
capitale netto.
Incidenza dell'indebitamento a breve termine esprime la capacita' dell'Azienda di rimborsare con le entrate derivanti dalle vendite i debiti contratti. Se superiore a uno indica una situazione di equilibrio Costo medio dei mezzi di terzi e' dato dal rapporto fra Oneri finanziari netti e mezzi di terzi Incidenza degli oneri finanziari sul fatturato si calcola effettuando il rapporto fra Oneri finanziari netti e ricavi netti. Si ritiene che il valore di questo rapporto in percentuale, non debba superare il 6%. |
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Indici per l'analisi della gestione corrente e della liquidita' |
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Indice di
rotazione del capitale investito e' dato dal rapporto percentuale fra
ricavi netti e capitale investito
Durata media dei crediti si ottiene applicando la seguente formula Crediti verso clienti / (ricavi netti/360) Durata media dei debiti si ottiene applicando la formula Debiti verso fornitori/acquisti netti + spese per prestazioni di servizi) ed e' particolarmente rilevante per quelle imprese che utilizzano il debito verso fornitori come un vero e proprio finanziamento a breve. Giacenza media della scorte (scorte nette/ricavi netti/360) Indice di liquidita' e' dato dal rapporto fra attivita' a breve termine al netto delle scorte e passivita' a breve termine. |
Articolo di Anna Maria Pirro - copyright 2015 tutti i diritti sono riservati, vietata la riproduzione e la diffusione su altri supporti e siti web - se non espressamente autorizzata dall'Autore
Ultimo aggiornamento 9 febbraio 2015
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